Ho letto, questa mattina, un articolo in cui la psicologa Silvia Bellezza ha dichiarato che oggi il nuovo status symbol è ASSENZA DI TEMPO LIBERO.
Quindi avere tanti impegni significa avere un alto valore riconosciuto sul mercato.
Ho pensato che ogni volta che prenoto una visita medica, se mi danno un appuntamento nel breve tempo, mi ritrovo, in effetti, a pensare: “sarà un/una professionista qualificato/a?” “Se ha posto velocemente vuol dire che ci andranno poche persone?”
Oppure quando assisto a platee piene, mi convinco che i grandi numeri siano prova di alto valore.
Tantissime volte mi sento dire “Vado a tremila, ma tutto ok” e penso a quanto io, invece, vada come una tartarughina (soprannome peraltro che mi hanno dato, anni fa, con tanto amore!)
Leggo che sono aumentate le depressioni, l’uso di psicofarmaci, respiro l’impazienza dello stare nel dolore fisico, che porta a ricorrere immediatamente all’uso di farmaci, d’altronde sento anche: “non mi posso fermare” “non posso permettermi di non andare al lavoro”, salvo poi pensarci il corpo che magari, mentre gliene diciamo peste e corna, perché stiamo male, ci sta salvando, o perlomeno ci permette di prendere una pausa da questi ritmi, seppure tanti nemmeno lo facciano, visto che ho sentito anche: “Devo andare per forza al lavoro anche se ho la febbre alta!”
Ma non è che oltre ai treni ad alta velocità abbiamo creato vite ad alta velocità?
Io, che ho potuto e dovuto rallentare tantissimo negli ultimi anni, ho lasciato un lavoro fisso e ho scelto di investire su di me sentendomi incosciente e instabile continuamente, spesso mi sento anche a disagio come se, guardandomi attorno, stessi sprecando il mio tempo, eppure ho chiara la consapevolezza del mio fare.
Forse qualcosa può essere rivisto?
Forse possiamo soffermarci sulle nostre priorità?
Forse possiamo dare un valore differente alla nostra vita, che penso non debba basarsi su quanti impegni abbiamo?
Io credo che il tempo sia il dono più prezioso che possediamo, e se non ne abbiamo per noi, non ne abbiamo da donare, e se non ne abbiamo da donare il risultato è un mondo fatto di tanti “treni umani ad alta velocità” che nemmeno si riescono a guardare, accarezzare e parlare. E questo a partire dai bambini piccoli che sono pieni di incastri, senza vivere il vuoto visto come un non-valore.
Per accorgersi, fare attenzione, scegliere parole di cura, godere di ciò che si vive, capire gli errori, è necessario avere un tempo lento e un tempo libero.
Pensiamoci quando segniamo i nostri appuntamenti in agenda, quando incastriamo chi amiamo nei ritagli di tempo, quando non vediamo nè sentiamo una persona cara da troppo tempo.
Per pensarci bisogna fermarsi, però.
Vi va?
Ne va della nostra vita.
Della sua qualità.
A noi la scelta!
Io ho sempre odiato avere tanti impegni ravvicinati e quando sono incastrati per causa di forza maggiore vado molto in ansia, perciò condivido tutto quello che hai scritto sempre in maniera perfetta. Brava Mary ❤️
Comprendo la fatica di vedere l’agenda tutta piena. Oggi la mia è molto vuota. Il punto è sentirsi di valore ugualmente in un’epoca che valore da a chi invece continua a riempire senza vivere il vuoto.
Grazie del commento!