Chiara aprì gli occhi ed era di nuovo lì, in quel punto esatto.
In quell’angolo di mondo in cui nessuno poteva immaginarla.
Non era li solo con il corpo.
Era lì con la sua anima.
Voleva dirgli: scrivimi poesie, sognami di notte, componi canzoni per me.
Fai tutto quello che può aiutarmi a capire come parla il tuo cuore di me.
Perché ha ancora desiderio di parlare di me, vero?
Il mio cuore ha bisogno di ascoltare le sue parole.
Le sente ancora, quelle già dette, sono in un angolo dell’anima dal quale non escono più.
Vorrei chiederti di non dimenticarmi mai.
Di mantenere sempre, e per sempre, un posto per me nel tuo cuore, nella tua mente e nella tua anima.
Perché so che vorrò esserci, proprio lì, in quel punto esatto.
Perché so che mi basterà una sguardo o una parola.
Mi hai fatta sentire come se fossi l’unica.
Come se ci fosse tutto il resto del mondo e poi io.
Ma non era così.
Io non ero e non sono mai stata il tuo mondo.
Il tuo mondo era altro da me.
Io estranea.
Tu nell’ombra.
Ti sentivi sicuro lì.
Io amo la luce, però.
Amo il sole.
L’aria.
Voglio respirare amore urlandolo al cielo.
Voglio vivere prendendo per mano chi amo.
Voglio sentire il sapore di chi amo nella mia vita di tutti i giorni.
Tu non vuoi.
Lo so, lo sento.
Non sparire però.
Continua a pensarmi e trova tu il modo di farmelo capire.
Tienimi con te tra le poesie che leggerai, tra gli scritti che farai, e le canzoni che ascolterai.
Perché io potrei sempre tornarci, in quei luoghi, e lì potrei sentirmi amata e davvero unica.
Anche se, per te, unica non lo sono mai stata.
Chiara si voltò e se ne andò.
Camminò verso casa, abitava lì vicino.
Ma sentiva un freno.
Le sue gambe camminavano, ma lei si sentiva come legata.
Legata dentro, dove non si vede.
Aveva consegnato i suoi desideri al vento, fedele ascoltatore.
E così, liberi nel cielo, li aveva consegnati a lui.
Per quello si sentiva legata.
I pensieri e i desideri avevano agganciato i due cuori che, da lontano, si stavano parlando.
Era quello il modo migliore per non perdersi.
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